
Molti fin dalla scuola elementare di stato, sono abituati a pensare che democrazia e libertà siano concetti sostanzialmente coincidenti.
Ma la democrazia dopo poco tempo mostra il suo volto: puoi votare che sei d’accordo con me ed obbedire ai miei comandi, altrimenti puoi morire.
Non è un complotto ciò che è stato detto chiaro e limpido ad es. ad agosto scorso, con una stupida e semplice metafora a reti unificate.
Il metodo democratico è solo un rituale “religioso” che ha sostituito l’investitura divina e che serve pur sempre a consentire ad alcune persone (le “autorità”) di imporre agli altri ciò che essi ritengono opportuno, anche contro l’uomo ed anche con la violenza.
Ma questa è sempre l’essenza di quella superstizione che chiamiamo “stato”, la radice del problema.
Finché alle “autorità” viene consentito, con la stessa credenza superstiziosa che una volta veniva riservata ai “sovrani”, di scegliere pianificare ed imporre cosa fare delle vite altrui, non c’è libertà.
Finché si riconosce a qualcuno, le “autorità”, il potere di sostituirsi alla libertà e responsabilità individuale, alla collaborazione volontaria tra le persone che si scelgono per scambiare e realizzare il loro progetto di vita, non ci si può aspettare altro che miseria e guerra, non solo fra stati ma fra quelle stesse “autorità” e gli individui esclusi. Colpevoli solo di aver voluto scegliere diversamente il loro destino, senza aggredire nessuno.
Servono altri esempi per confermare questi semplici argomenti o basta guardarsi intorno giorno dopo giorno?